lunedì 28 ottobre 2013

La casa è un diritto!

Il comunicato degli occupanti:
"Siamo un gruppo di profughe-i e richiedenti asilo, ma più semplicemente siamo donne e uomini senza una casa, senza un tetto dove dormire la notte e ripararsi dal freddo. Perciò ieri sera, stanchi di aspettare, abbiamo deciso di occupare un stabile di proprietà ACEA sito in via Tor de Schiavi 99 ma dismesso da otto anni. Quello che abbiamo trovato al nostro arrivo sono stati calcinacci, erbacce, incuria ovunque. Fin da subito abbiamo iniziato a ripulire alla meglio qualche spazio per passarci la notte, e questo sarà il nostro principale lavoro anche per i prossimi giorni e settimane. Siamo donne e uomini di pace.
Ci presentiamo con i nostri problemi, ma non vogliamo crearne agli altri. Chiediamo perciò, a tutte e tutti le-gli abitanti del quartiere, di sostenerci e di sostenere quest'occupazione pacifica, che vuole soltanto restituire a Centocelle uno stabile che serva a qualcosa ed a qualcuna-o, che sia cioè utile alla collettività, che oltre ad diventare luogo di dimora sia anche spazio di socialità."
#occupyacea // #tordeschiavi

martedì 15 ottobre 2013

FelynX: Mappe aperte nella P.A.: partecipazione, bene comune, innovazione

FelynX: Mappe aperte nella P.A.: partecipazione, bene comune, innovazione: Settembre 2013, Circolo degli Artisti, Festambiente-Mondi Possibili, Roma Smart City. Un'incontro su "rigenerazione urbana e luoghi di cittadinanza, ipotesi di road map", a cura di Stati Generali dell’Innovazione e Urban Experience.
Non so come, ma finisco sempre per attestarmi l'ultimo intervento...Colgo nelle mappe uno dei tanti comuni denominatori delle tematiche che si sono intrecciate durante la giornata, tra l'urbanistica e la rigenerazione urbana, la partecipazione e la cittadinanza attiva.
...

mercoledì 9 ottobre 2013

Dal cemento al Bit. A Roma gli innovatori si incontrano

 
DAL CEMENTO AL BIT
Roma Digitale: gli innovatori capitolini si incontrano

Un incontro aperto a persone, associazioni, collettivi e network di Roma,
interessati ai temi del digitale e dell'innovazione,
per condividere azioni, idee e proposte,
promuovendo il cambiamento del modello di sviluppo della nostra città
e per l'istituzione di un'agenda digitale bottom-up.

Promotori:
Associazione Net Left > [http://www.netleft.eu]
#RomaPirata > [http://roma.partito-pirata.it]
(Associazione Partito Pirata per le Libertà Digitali)

Giovedì 17 ottobre 2013 /// H 18:00
via Assisi 117, Roma
c/o VISIVA, la città dell'immagine
[http://www.visiva.info]
Per raggiungere via Assisi con i mezzi pubblici:
Metro A Ponte Lungo
Bus 16 fermata Nocera Umbra - Narni

Evento FaceBook:
[https://www.facebook.com/events/598077946900268]

Banner:
[https://www.dropbox.com/s/ptndyiikbd2jt8l/cemento-bit-banner-osm.png]

Mappa:
[http://osm.org/go/xcXpgJ~Ea--?m=&way=204233171]

martedì 24 settembre 2013

Zulù dei 99 POSSE intervistato dai Pirati

Milano, 15 settembre 2013, Officina dei beni comuni.
Zulù alle telecamere del Partito Pirata: "Io all'inizio dicevo che ogni singola parola che scrivevo serviva a dare il mio contributo al cambiamento del mondo. Oggi, un po' più in piccolo, dico che ogni singola parola che scrivo, tanto per cominciare, mi salva la vita. Nel senso che io accumulo veleni. È l'unico modo per non essere distrutto da tutto quello che vivo, da tutto quello che assumo, da tutto quello che mi circonda, è scriverlo. Nel momento in cui lo scrivo, per quanto mi riguarda, l'ho trasformato in energia pulita, per cui mi definisco un depuratore, più che un artista o un musicista".

sabato 31 agosto 2013

Privacy: tutto quello che avreste voluto sapere...

31 agosto 2013, giornata mondiale della privacy contro PRISM, Tempora e altre tecniche di sorveglianza globale. Uno dei modi previsti per manifestare in questa giornata è quello di fare in-formazione.
Milioni di persone, aziende e governi sono esposti costantemente al rastrellamento di dati sensibili finalizzati al controllo, soprattutto attraverso social network, forum, blog, ma non solo.
Da questo ci si difende principalmente cifrando le comunicazioni e usando software e servizi non proprietari, a partire dal sistema operativo del proprio computer.
I sistemi Apple e Microsoft sono sistemi proprietari e chiusi, quindi non ispezionabili, e dunque non ci permettono di sapere come i nostri dati vengono trattati. Sono aziende che da sempre mirano al controllo dei propri utenti e quindi la scelta obbligata verte verso sistemi Linux based.
Ci sono distribuzioni per tutti i gusti, da quelle più adatte ad utenti inesperti a quelle per i più esigenti: Red Hat, Fedora, Debian, Gentoo, Slackware ecc... Oltre alle versioni live avviabili da CD o Usb drive, tra cui segnalo in particolare Tails che ha proprio come obiettivo la massima tutela della privacy.
Ci sono poi vari software per gli utilizzi più disparati. Ovviamente quelli che ci espongono maggiormente sono quelli finalizzati alla navigazione in rete, i browser.
Anche qui ovviamente scartati i software proprietari (Microsoft Explorer, Safari) e previlegiati software che permettono la navigazione anonima come Tor Browse o Firefox.
In aiuto ci vengono anche alcui add-on grazie ai quali è possibile bloccare gli annunci pubblicitari o criptare le trasmissioni: Adblock Edge, Disconnect, HTTPS Everywhere, CryptoCat, Mailvelope.
E in rapida carellata, per categorie di software o servizi cloud, i più consigliati...
Motori di ricerca: DuckDuckGo, MetaGer
Mappe: OpenStreetMap
Servizi Email: Autistici/Inventati, Riseup
Protezione Email: PGP (APD per Android)
Client Email: Mozilla Thunderbird (con estensioni PGP), K-9 Mail (per Android con supporto PGP)
Chat: Pidgin, TorChat, BitlBee (Gibberbot, TextSecure, Xabber per Android)
Videoconferenza, VoIP: Mumble (CSipSimple e RedPhone per Android)
Social network: Diaspora, Movim, Pump.io
Cloud storage: Git-annex assistant, OwnCloud
Scrittura collaborativa: Etherpad, Ethercalc
Pubblicazione: Noblog.org, MediaCrush
Transazioni economiche: Bitcoin

Tante sono le soluzioni, i servizi web e i software per la predisposizione di server web sicuri.
Un sito per tutti, completo di tutte le informazioni necessarie e sempre aggiornato è
PRISM ⚡ Break: https://prism-break.org/

giovedì 22 agosto 2013

Aaron Swartz. Il manifesto dell’Accesso Libero

Guerrilla Open Access Manifesto
[Italiano]

L’informazione è potere. Ma come con ogni tipo di potere, ci sono quelli che se ne vogliono impadronire. L’intero patrimonio scientifico e culturale, pubblicato nel corso dei secoli in libri e riviste, è sempre più digitalizzato e tenuto sotto chiave da una manciata di società private. Vuoi leggere le riviste con i più famosi risultati scientifici? Dovrai pagare enormi somme a editori come Reed Elsevier.

C’è chi lotta per cambiare tutto questo. Il movimento Open Access ha combattuto valorosamente perché gli scienziati non cedano i loro diritti d’autore ma pubblichino invece su Internet, a condizioni che consentano l’accesso a tutti. Ma anche nella migliore delle ipotesi, il loro lavoro varrà solo per le cose pubblicate in futuro. Tutto ciò che è stato pubblicato fino ad oggi sarà perduto.

Questo è un prezzo troppo alto da pagare. Forzare i ricercatori a pagare per leggere il lavoro dei loro colleghi? Scannerizzare intere biblioteche, ma consentire solo alla gente che lavora per Google di leggerne i libri? Fornire articoli scientifici alle università di élite del Primo Mondo, ma non ai bambini del Resto del Mondo? È oltraggioso e inaccettabile.

“Sono d’accordo,” dicono in molti, “ma cosa possiamo fare? Le società detengono i diritti d’autore, guadagnano enormi somme di denaro, facendo pagare l’accesso, ed è tutto perfettamente legale — non c’è niente che possiamo fare per fermarli”. Ma qualcosa che possiamo fare c’è, qualcosa che è già stato fatto: possiamo contrattaccare.

Tutti voi che avete accesso a queste risorse, studenti, bibliotecari, scienziati, avete ricevuto un privilegio. Potete nutrirvi al banchetto della conoscenza mentre il resto del mondo rimane chiuso fuori. Ma non dovete — anzi, moralmente, non potete — conservare questo privilegio solo per voi. Avete il dovere di condividerlo con il mondo. E lo avete fatto: vi siete scambiati le password con i colleghi, avete scaricato gli articoli richiesti per gli amici.

Intanto coloro che sono stati chiusi fuori non sono stati a guardare. Vi siete intrufolati attraverso i buchi, e scavalcato recinzioni, liberando le informazioni che gli editori hanno chiuso, e le condividete con i vostri amici.

Ma tutte queste azioni avvengono nella clandestinità, al buio e nascosti. Sono chiamate “furto” o “pirateria”, come se condividere conoscenza fosse l’equivalente morale di saccheggiare una nave e assassinarne l’equipaggio, ma condividere non è immorale — è un imperativo morale. Solo chi fosse accecato dall’avidità rifiuterebbe di concedere una copia a un amico.

Le grandi multinazionali, ovviamente, sono accecate dall’avidità. Le stesse leggi a cui sono sottoposte lo richiedono — se così non fosse i loro azionisti si rivolterebbero. E i politici, corrotti dalle grandi aziende, le supportano approvando leggi che danno loro il potere esclusivo di decidere chi può fare copie.

Non c’è giustizia nel rispettare leggi ingiuste. È tempo di uscire allo scoperto e, nella grande tradizione della disobbedienza civile, dichiarare la nostra opposizione a questo furto privato della cultura pubblica.

Dobbiamo acquisire le informazioni, ovunque siano archiviate, farne copie e condividerle con il mondo. Dobbiamo prendere ciò che è fuori dal diritto d’autore e caricarlo sull’archive del web. Dobbiamo acquistare banche dati segrete e metterle sul web. Dobbiamo scaricare riviste scientifiche e caricarle sul web in file-sharing. Dobbiamo lottare per un Guerrilla Open Access.

Se in tutto il mondo saremo abbastanza, non solo manderemo un forte messaggio contro la privatizzazione della conoscenza, ma la renderemo un ricordo del passato.

Vuoi essere dei nostri?

Aaron Swartz
Luglio 2008, Eremo, Italia


Guerrilla Open Access Manifesto
[Inglese]

Information is power. But like all power, there are those who want to keep it for themselves. The world’s entire scientific and cultural heritage, published over centuries in books and journals, is increasingly being digitized and locked up by a handful of private corporations. Want to read the papers featuring the most famous results of the sciences? You’ll need to send enormous amounts to publishers like Reed Elsevier.

There are those struggling to change this. The Open Access Movement has fought valiantly to ensure that scientists do not sign their copyrights away but instead ensure their work is published on the Internet, under terms that allow anyone to access it. But even under the best scenarios, their work will only apply to things published in the future. Everything up until now will have been lost.

That is too high a price to pay. Forcing academics to pay money to read the work of their colleagues? Scanning entire libraries but only allowing the folks at Google to read them? Providing scientific articles to those at elite universities in the First World, but not to children in the Global South? It’s outrageous and unacceptable.

“I agree,” many say, “but what can we do? The companies hold the copyrights, they make enormous amounts of money by charging for access, and it’s perfectly legal — there’s nothing we can do to stop them.” But there is something we can, something that’s already being done: we can fight back.

Those with access to these resources — students, librarians, scientists — you have been given a privilege. You get to feed at this banquet of knowledge while the rest of the world is locked out. But you need not — indeed, morally, you cannot — keep this privilege for yourselves. You have a duty to share it with the world. And you have: trading passwords with colleagues, filling download requests for friends.

Meanwhile, those who have been locked out are not standing idly by. You have been sneaking through holes and climbing over fences, liberating the information locked up by the publishers and sharing them with your friends.

But all of this action goes on in the dark, hidden underground. It’s called stealing or piracy, as if sharing a wealth of knowledge were the moral equivalent of plundering a ship and murdering its crew. But sharing isn’t immoral — it’s a moral imperative. Only those blinded by greed would refuse to let a friend make a copy.

Large corporations, of course, are blinded by greed. The laws under which they operate require it — their shareholders would revolt at anything less. And the politicians they have bought off back them, passing laws giving them the exclusive power to decide who can make copies.

There is no justice in following unjust laws. It’s time to come into the light and, in the grand tradition of civil disobedience, declare our opposition to this private theft of public culture.

We need to take information, wherever it is stored, make our copies and share them with the world. We need to take stuff that’s out of copyright and add it to the archive. We need to buy secret databases and put them on the Web. We need to download scientific journals and upload them to file sharing networks. We need to fight for Guerilla Open Access.

With enough of us, around the world, we’ll not just send a strong message opposing the privatization of knowledge — we’ll make it a thing of the past. Will you join us?

Aaron Swartz
July 2008, Eremo, Italy

lunedì 12 agosto 2013

Chiare trasparenze

In seguito ad una serie di richieste di chiarimenti sull'Art. 14 del Dlgs 33/2013 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni) la Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l'Integrità delle Amministrazioni Pubbliche (CiVIT), con Delibera 65/2013 del 31 luglio 2013 ha tirato in ballo la Legge 441 del 1982, chiaramente incompatibile con la vigente disciplina, secondo cui l'obbligo di pubblicazione concernente i componenti degli organi politici è dovuto solo in comuni superiori a 15.000 abitanti... perché?